È una delle chiese di Mottalciata che nelle vecchie carte figura sempre indicata con "ecclesia S. Vincentii de Monte". Esistente fin dal sec. XII, come risulta da memorie certe, era amministrata da un rettore, che nel 1340 rispondeva al nome di Facio de Berglo (A.C.B.).
Riportata negli elenchi del 1298 e del 1440, non risulta in quello del 1348, in cui figurano tutte le altre chiese di Mottalciata, mentre al contrario è elencata la chiesa di S.Vittore de Monte, di cui non si ha altro ricordo negli archivi.
Questo fatto può spiegarsi con un errore dell'amanuense e la chiesa di S.Vittore debba identificarsi con quella di san Vincenzo.
Nel 1348 aveva anche un altro sacerdote, oltre il rettore, e precisamente D.Giovanni de Auxiliano, canonico di Vercelli.
La ChiesaLa chiesa antica, romanica come il campanile, fu completamente rifatta tra il 1740 e il 1781. Era a tre navate, bassa di volta, ridotta in così cattivo stato che nel 1771 si dovevano sostenere le volte con i pali di legno.
Aveva un altare maggiore in muratura, anch'esso sgretolato, con tabernacolo di legno e due altari laterali, dedicati alla Madonna del Rosario e alla SS. Trinità, più un terzo, a forma di cappella, in fondo alla chiesa, detto del Suffragio.
Nel 1573 era ancora senza volta e senza pavimento, che furono costruiti solo prima del cader del secolo e sull'altare maggiore si ergeva il catino absidale ornato di affreschi ( A.C.A.V. Vis. Past. 24-VIII-1573).
La chiesa aveva due entrate: una nella facciata e l'altra verso settentrione e sette finestre.
Il Cimitero, fino al 1935, epoca in cui si costruì l'attuale, fu sempre sul piazzale , al lato destro della chiesa , dove ancor oggi esistono molte sepolture.
Il Campanile, imponente mole romanica del sec. XII diviso a riquadri con archetti decorativi e che nel 1725 ebbe rifatta la parte superiore nello stile del tempo, era allora staccato dalla chiesa. Stante lo stato così miserando e il continuo pericolo di rovinare del tutto, nel 1686 i capifamiglia avevano deciso di rifare completamente la chiesa. Li spingeva a ciò anche la scomodità di questa chiesa, la quale, in seguito allo spostamento dell'abitato verso la collina, era rimasta isolata in mezzo alla campagna e molto distante dalle case.
Il parroco D. Bajs aveva in parte risolto la situazione abitando nella casa del cappellano presso l'oratorio di S.Rocco e celebrando le funzioni parrocchiali in quest'oratorio (Vis. Past. 13-VIII-1686).
Nel 1699 non essendosi ancora fatto nulla , i capi-famiglia decidevano di ricostruire l'oratorio di S.Rocco in forme più ampie e ivi trasportare la chiesa parrocchiale, e a tal fine il 20-III-1700 i conti Frichignono di Castellengo avevano donato una pezza di terreno adiacente all'oratorio per facilitare il detto ampliamento. Ma anche questa volta non si approdò a nulla.
Troviamo nell'A.P. una supplica alla curia di Vercelli con risposta affermativa del 19-X-1715, in cui il parroco faceva richiesta del debito permesso per porre la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale, da costruirsi vicino " le habitationi dei suoi Parrocchiani".
Si fece però un nuovo buco nell'acqua, perché verso il 1740 il parroco e gli amministratori parrocchiali, accogliendo il voto unanime della popolazione, decidevano di abbattere la chiesa e ricostruirla nello stesso luogo, con madornale sbaglio di continuare quella scomodità prima lamentata e che oggi è causa di gravi inconvenienti per il bene della popolazione.
L'ultimo restauro risale all'anno 1995. Progettista dell'intervento fu l'arch. Sergio Farassini di Biella.
Deposizioni CostruttiveIl coro e la sacrestia vennero eretti per primi mentre il corpo della chiesa venne costruito tra il 1772 ed il 1776. Questa localizzazione cronologica trova riscontro nelle diverse tipologie costruttive dell'opera: il coro, con volta a quarto di sfera con costolature superiori, e la sacrestia , con una bella volta emisferica, si differenziano dalla navata dotata di una più semplice, seppur notevole, copertura a botte. Nella parete esterna della sacrestia, verso l'antico cimitero, furono inseriti due resti di affreschi rappresentanti un Cristo deposto e la data "1518 die XI s..." provenienti sicuramente dalla chiesa vecchia.
Altre vestigia della chiesa romanica si trovano nelle parti basse del campanile con con murature a lisca di pesce di notevole spessore (fino a m. 1,50). La facciata è ornata da un pronao neoclassico.
L'intera opera venne decorata con pitture e stuccature nel 1781.
L'interno è dotato di un prezioso altare decorato con marmi pregiati su una struttura in muratura di mattoni e di una balaustra in marmo rosso, scolpito da Apollonio Colombara (1779-1780). All'esterno della chiesa, in alcuni angoli del perimetro, sono murate alcune pietre incavate, notevoli per la loro proporzionata semplicità, probabilmente vestigia del tempio romanico preesistente.
Apertura |
Aperta solo per funzioni religiose |
Tariffe |
Gratuito |
Pubblicazioni |
"La chiesa biellese nella storia e nell'arte", Biella, 1962 di D.Lebole. Presso la Biblioteca Civica del Comune di Biella. |